Ma che cos’è un ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder)?
Come fare a riconoscerlo?
Troppo spesso un bambino con una difficoltà oggettiva nell’attenzione viene etichettato come “svogliato”, con tutte le ripercussioni che questo comporta. Pensiamo a quanto ci arrabbiamo se qualcuno non riconosce i nostri sforzi quando tentiamo di fare qualcosa: non ci sentiamo forse frustrati, arrabbiati, incompresi? È dannoso per l’autostima del bambino non riconoscere una difficoltà quando questa è presente, in special modo perché le difficoltà attentive si ripercuotono sulla vita quotidiana del bambino.
Ma che cos’è l’adhd?
Si tratta di un disturbo dell’attenzione, che si può manifestare con o senza iperattività. Comporta difficoltà di pianificazione, di inibizione, disattenzione e impulsività.
Il nuovo Manuale Diagnostico Statistico (DSM 5) lo definisce come: presenza di sintomi di disattenzione e/o iperattività che si manifestano in almeno due contesti e interferiscono con il funzionamento e lo sviluppo.
È proprio come se il bambino staccasse la propria attenzione involontariamente più volte in un periodo di tempo circoscritto (recentemente è stato dimostrato in letteratura che bambini con tale deficit hanno delle reti cerebrali attive anche nei momenti di concentrazione cognitiva, in cui tali reti dovrebbero essere disattivate; ciò costituisce un vero e proprio “rumore di fondo”, che disturba il nostro bambino durante i momenti di concentrazione, vedi i lavori di Castellanos et al., 2005; Fassbender et al., 2009).
È importante scegliere di approfondire tale aspetto: se pensiamo che l’attenzione è implicata in tutto ciò che facciamo si capisce come tale difficoltà sia molto invalidante, sia a scuola che nella vita quotidiana.
Cosa fare?
Innanzitutto occorre riconoscerlo e, successivamente, andare a lavorare sull’attenzione al fine di potenziarla. Ad ogni età si può migliorare, se si lavora con costanza e con coerenza!!
È fondamentale che nel lavoro siano coinvolte le figure adulte di riferimento (attraverso attività di parent trainingcon i genitori e di teacher training con gli insegnanti).
Il genitore di un bambino con disturbo dell’attenzione, specialmente se sono presenti comportamenti oppositivi e provocatori, non deve avere timore o vergogna di chiedere aiuto: un supporto emotivo e l’insegnamento di strategie educative adeguate può veramente cambiare la qualità della vita!
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